In confessione, avanti al reverendo / velata s’inginocchia una credente:
“ Il dono che mi ha fatto io le rendo / m’ha dato delusioni niente niente!
Mio padre è vecchio, è a letto e si lamenta / mio figlio c’ha trent’anni ed è precario.
Campiamo a stoccafisso ed a polenta / ‘ché mìo marito non ha più salario!
Ricorda quella “Misericordina” / che il papa generoso ha regalato?
E’ fatta d’un rosario a coroncina / e un crocifisso in onice smaltato;
c’è scritto: “Questa santa medicina / che fa ottenere grazie a profusione
va presa con fervore ogni mattina / insieme al caffelatte a colazione.
Io l’ho mandata giù con gran fatica / e c’è mancato poco che mi strozzo
è peggio che mandare giù l’ortica / e m’ha raschiato tutto il gargarozzo
ed ho passato tutta notte insonne / perché arrivasse qualche buona nuova
pregando tutte quante le Madonne / di Fatima, Loreto e Chestokova !
Ma il peggio è stato nel recuperare / quella sua portentosa medicina:
mi creda, son tormenti da crepare / il parto, al suo confronto, è una cosina!
Lei dica al papa: “Grazie dei favori / ma io non chiedo più quel posto fisso
sopporto che il marito non lavori / e campi di polenta e stoccafisso.
Si, sopporto che il marito non lavori / e campi di polenta e stoccafisso
ma non sopporto più quei gran dolori /per digerir corona e crocifisso!”
Si, sopporto che il marito non lavori / e campi di polenta e stoccafisso
ma non sopporto più quei gran dolori !
– Eraldo Giulianelli
Rhy=129 T=134 – Vox=12 – 12+28