39 – C’è puzza di bruciato

di Carlo Cornaglia

Già a un Concilio di Nicea / venne la brillante idea
di bruciare i libri d’Ario / e ammazzar chi temerario
al verdetto si opponeva / e  furtivo li leggeva.

Fin d’allora fu la Chiesa / ben decisa nell’impresa
di bruciar libri ed autori  / non graditi dai censori
a partir fra quelli rei / dal Talmud sacro agli ebrei

E brucia brucia brucia qui c’è puzza di bruciato
Ma è profumo d’incenso / per il papato.
Brucia brucia brucia qui c’è puzza di bruciato
Ma è profumo d’incenso / per il papato.

Con l’avvento della stampa / la censura salì in rampa
imponendo un benestare / su ogni cosa da stampare
e una pronta morte diede / a chi errò contro la Fede.

Poi con il Concilio a Trento / fu inventato lo strumento
quattro secoli durato / che fu “L’Indice” chiamato
elencò i libri dannosi  / con autori anche famosi.

Ritornello

Affermò il settimo Pio:  / “Con l’aiuto del buon Dio
grazie al nostro contributo / sia dei libri combattuto
il mortifero         flagello”

E Pio dodici un randello / nel piazzar la sua legnata
potrà essere stampata / sol la nostra verità
mentre inver la libertà / può colpire la morale
e la religion papale.

Ritornello

Visto quello che in passato / hanno i papi combinato
A Francesco ora va detto:  / “Peggio sei di Benedetto
Nell’aizzar i baciapile / contro i gay e l’union civile
ma almeno non lo superare / pur coi libri da bruciare.

Ritornello