Nel corso degli anni ho elaborato un indirizzo filosofico, Il “Disponibilismo Eclettico”, principalmente volto alla salvaguardia della Libertà nell’Ultima Età.
I suoi punti salienti sono sintetizzati in tre postulati.
Il primo si contrappone alla diffusa convinzione che la vita umana sia un bene indisponibile, sostenendo che la vita può essere un bene o un male a seconda delle circostanze e delle prospettive, e che ogni soggetto capace ha il diritto di disporre della propria vita e di congedarsi da essa se percepita insopportabilmente gravosa o ritenuta Esistenzialmente Compiuta.
Il secondo afferma la convinzione che il Congedo per Vita Compiuta possa rappresentare il coronamento di un progressivo percorso di Appropriazione di sé e di emancipazione dalla biosudditanza in grado di fornire Senso, Dignità e Qualità all’esistenza umana.
Il terzo esprime il proposito di non protrarre a oltranza la propria esistenza e di perseguire il Compimento del proprio percorso esistenziale per Appagamento, prima che sofferenza e decadenza abbiano il sopravvento.
il Disponibilismo Eclettico è dunque un Indirizzo filosofico di carattere pratico, che argomenta le proprie tesi a partire dal principio di disponibilità della propria vita, incorporato nella sua stessa denominazione.
L’aggettivo ‘eclettico’ intende sottolineare principalmente l’approccio eudemonistico, cioè l’interesse prevalente per la qualità della vita che caratterizza l’eclettismo ellenista e, in particolare la filosofia epicurea.
L’aggettivo analitico esprime infine il proposito di presentare le proprie tesi con argomentazioni accurate, logicamente concatenate, e con un linguaggio asciutto, privo di enfasi retoriche.
Anche i tre postulati riassuntivi del Disponibilismo Eclettico sono correlati in modo che ciascuno di essi funge da premessa per il successivo.
Il primo postulato rivendica il diritto della persona capace di abbandonare la propria vita, non soltanto in caso di sofferenza insopportabile, ma anche per Compimento Esistenziale, ovvero qualora la persona stessa percepisca la sensazione di aver vissuto abbastanza.
Il secondo aggiunge che il Congedo per Compimento Esistenziale potrebbe rappresentare il coronamento di un percorso di emancipazione dal dettato biologico strettamente riconducibile all’idea di dignità umana, in quanto solamente l’essere umano possiede la facoltà di trasgredire il software biologico innato, volto all’autoconservazione e riproduzione.
Inoltre, il progressivo processo di emancipazione dal dettato biologico, lungi dal rappresentare unicamente una legittima via di fuga dalla sofferenza, assume nel Disponibilismo Eclettico la connotazione di un progetto filosofico-esistenziale in grado di fornire un senso all’esistenza umana, e di migliorarne la qualità consentendo di risparmiare a sé e ai propri cari il penoso senso di sgretolamento della personalità che sempre più spesso accompagna una vecchiaia protratta.
Il terzo postulato suggerisce infine che il Congedo per Vita Compiuta possa essere conseguito non solo per stanchezza esistenziale, ma anche per Appagamento, cioè attraverso il conseguimento di un senso di Pienezza esistenziale dovuto alla gratificante consapevolezza di aver conseguito quanto perseguito.
Un senso di pienezza in grado di motivare l’anticipo della conclusione della propria esistenza ‘al momento giusto’, cioè prima che il progressivo decadimento senile possa comprometterne la realizzazione.
I tre postulati citati rappresentano in sostanza una buona sintesi dei punti salienti del Disponibilismo Eclettico, ma non lo esauriscono, in quanto il proposito di salvaguardare la libertà nell’Ultima Età, si colloca all’interno di una costruzione filosofica articolata che adotta alcune convinzioni tratte dalle tre grandi scuole filosofiche postarisrtoteliche, lo Stoicismo, lo Scetticismo e l’Epicureismo, e condivide con l’esistenzialismo analitico del filosofo David Benatar altre fondamentali convinzioni antropologico-esistenziali sulla Qualità, Senso e Disponibilità della vita.